Verso l’economia circolare
18/08/2017Verso l’economia circolare
18/08/2017
È ormai risaputo e diffuso nella mentalità collettiva il bene che deriva dal riciclo, e con la sempre più crescente schiera di consensi, tale concetto non può quindi che tendere a venire applicato a ogni settore che lo consenta. Un caso infatti, è sicuramente quello della Circular Economy, dove il concetto principe è un approccio all’economia industriale che sia basato su recupero e riciclo di materiali e componenti, ponendo l’accento su progettazioni intelligenti e sostenibili: ovvero, capace di assicurare che a ogni componente, dalle modalità di erogazione e trasporto agli imballaggi, venga garantito in ogni momento del loro ciclo di vita la massima utilità e il più alto valore economico. Ciò nasce dalla mentalità per cui ciò che normalmente si getta nei rifiuti, possa essere in realtà trasformato per tornare ad essere utile.
Tra chi si trova nella posizione di poter testare tale economia su ampia scala, una direzione in tale ambito è stata intrapresa da aziende come DHL, IKEA o H&M, le quali stanno tutt’ora dimostrando le potenzialità dell’adozione massiccia di una approccio produttivo di cloosed loop.
Ciò che ne è scaturito è un netto calo dei costi delle materie impiegate nella produzione, una spinta verso le nuove tecnologie di progettazione eco-friendly; cercando in sintesi di ottimizzare tutti quei sistemi che compongono l’azienda, migliorando specialmente tutto quel flusso dei materiali in transito.
Un cambiamento essenziale per lo sviluppo di tale ideologia risiede nel modificare la propria prospettiva aziendale, e puntare allo sviluppo di sistemi di recupero di beni e servizi che siano efficaci ed efficienti, puntando ad aumentare la durata del ciclo di vita dei prodotti, facilitandone la manutenzione.
Quando l’assistenza strada ...
16/08/2017Quando l’assistenza stradale diventa digitale
16/08/2017
Con l’avvento della digitalizzazione, e la sempre più ampia diffusione di app, smartphone, e via discorrendo, è quasi scontato che venga colta l’opportunità per applicare il loro utilizzo anche nel settore dell’aiuto stradale.Tra i vantaggi di avere uno smartphone, infatti, come molti sapranno, vi è la possibilità di attivare la geolocalizzazione, che permette di individuare l’esatta posizione del dispositivo.
Quando così ci si dovesse trovare nella malaugurata ipotesi che il nostro mezzo rimanga in panne, la geolocalizzazione risulta un’ulteriore vantaggio per avere un aiuto veloce e diretto. Un esempio lampante è il progetto lanciato da Europ Assistance, dove per la richiesta immediata del soccorso, bastano poche mosse sul proprio smatphone per far si che il veicolo venga immediatamente geolocalizzato.
Da non meno sono poi i chatbot di Messenger, il quale scopo è quello di fornire un’interazione veloce, multilingua e geolocalizzata, attraverso un assistente virtuale telefonico. La tecnologia alla base è quella NLP, che si occupa del riconoscimento e l’elaborazione del linguaggio parlato. Il programma utilizza infatti l’intelligenza artificiale per comprendere in maniera immediata il problema, ed è fornita di meccanismi di auto-apprendimento; tanto che, nel tempo, l’interlocutore viene riconosciuto, e con ciò in maniera progressiva, viene anche permesso di ridurre i tempi di risposta a ogni necessità.
In ogni caso, il poter contare su una geolocalizzazione immediata del mezzo, attraverso solamente la connessione GPS del proprio smartphone, è un notevole passo avanti nel settore, dove è ora possibile tracciare in tempo reale il percorso del mezzo di soccorso su una mappa online, a ogni evenienza, e in qualunque luogo.
Costruire una Full Circle ...
14/08/2017Costruire una Full Circle Supply Chain
14/08/2017
Uno dei business model che guarda al futuro, è sicuramente quello incentrato sulla circular economy, il quale approccio è pensato per eliminare il sottoutilizzo delle risorse, attraverso una strategia di supply chain circolare con politiche ad hoc per il riciclaggio e il recupero dei materiali.
Nonostante la giusta motivazione però, non tutte le aziende riescono a concretizzare tale obiettivo, dove tale ideale riesce ad essere attuato solo in linea di principio, senza riuscire a sfruttare a pieno il potenziale di un tale approccio; un approccio che potrebbe essere conseguito solo tramite la costruzione di un ecosistema molto collaborativo di aziende, partner, fornitori e mercati.
A tal proposito quindi, sarebbe forse più giusto partire dalle operazioni collegate alla gestione della supply chain stessa, e quindi dalla realizzazione di una supply chain a circuito chiuso, che ponga le basi per conseguire il più ampio scopo della circular economy.
Prima di tutto, per conseguire tale scopo, è essenziale mantenere la focalizzazione sui circular business model per catturare le giuste opportunità, mantenendo sempre una visione ampia, che vada oltre la semplice ricerca dei modi migliori per riciclare i materiali. Secondo, per far si che il proprio approccio sia efficace, è fondamentale che vi sia una collaborazione strategica ed estesa con i fornitori e tra le funzioni aziendali, per costruire un ecosistema di partner. Alla base di tutto ciò, è comunque essenziale che la leadershipsia quella che prima di tutto spinge verso tale cambiamento, da ciò infatti potrebbe dipendere il successo o meno di tale iniziativa. Infine è d’obbligo sfruttare al massimo il mondo digitale, dall’internet of things all’analytics, molti sono gli strumenti indispensabili per il raggiungimento di tale obiettivo, facendo in modo di integrarli al meglio con le operazioni aziendali e poter tenere traccia delle risorse attraverso un monitoraggio dell’utilizzo e della potenzialità di riciclo: valutando adeguatamente ogni materiale, e determinando di conseguenza quando e come necessitino di interventi di manutenzione, sostituzione o dismissione.
Binomio Supply Chain e soc ...
11/08/2017Binomio Supply Chain e social media: perché conviene
11/08/2017
Se mai vi è capitato di pensare ad una integrazione tra questi due mondi, potrebbe essere arrivato il momento di prendere in considerazione questo trend, per migliorare le comunicazioni ed iniziare ad avere prima di tutto un degno repository di conoscenze, oltre a tanti altri vantaggi.
Non è da poco infatti, la possibilità di creare un knowledge network, in cui lo sfruttamento di social come Facebook, Twitter o anche solo blog in generale, permettono di recepire velocemente un feedback dagli utenti in tempo reale. Ciò riguarda poi non solo i clienti, ma anche i supplier: in un’unica pagina infatti, sarebbe possibile dialogare con i fornitori, fornire foto, video, e ogni informazione necessaria, riuscendo al contempo a mantener facilmente traccia di ogni scambio di informazioni. In un colpo solo, l’azienda che ha bisogno, ad esempio, di una fornitura, potrebbe utilizzare la sua pagina social e contattare solo i supplier. Con questa semplice azione quindi, verrebbe fornito un unico centro di informazioni che rende possibile non perdere più tempo alla ricerca di mail o siti.
In un mondo in cui la richiesta di informazioni su dispositivi mobili è alle stelle poi, non è consigliabile non restare al passo: l’accesso istantaneo alle news deve essere la priorità. Perché ormai è appurato che la cara e vecchia email risulta insufficiente: può facilmente venir ignorata e cestinata, o direttamente segnalata dalla posta elettronica come spam, senza che neanche abbia avuto la possibilità di finire sotto gli occhi del potenziale cliente.
Un altro aspetto da cui si può trarre un giovamento poi, è il costruire delle relazioni con i fornitori che siano collaborative; avere delle strette relazioni con i supplier più importanti è essenziale. A tal fine si può costruire una rete di piattaforme social che siano le basi per la costruzione di questo tipo di community: dove informazioni critiche, opportunità, possano essere condivise in tempo reale; ciò costituisce un valore all’avanguardia per molte organizzazioni, e può solo che stimolare l’innovazione nella catena di fornitura.
Come il meteo può influire ...
09/08/2017Come il meteo può influire sul futuro dei droni da delivery
09/08/2017
Se il futuro delle consegne sembra ormai essere scritto per appartenere ai droni, ora che cominciano ad aprirsi sempre più prospettive per la loro messa in campo, cominciano a saltar fuori anche le prime sfide logistiche.
Perché se da un lato bisogna già affrontare il tema della sicurezza, e far si che i droni non precipitino, non perdano il controllo, e mantengano la quota; o che mantengano le prestazioni, dei motori nel caricare il peso, della durata delle batterie o l’investimento per la creazione di stazioni di carica lungo il percorso; ora c’è anche una nuova sfida da sormontare: il fattore meteo.
Perché sebbene la tecnologia si sia incredibilmente sviluppata nel campo delle previsioni metereologiche, è innegabile che esse non siano sempre precise al cento per cento. E pensare anche a quei paesi le cui variazioni climatiche sono molto più tempestive e imprevedibili, nel quale un drone potrebbe trovarsi ad affrontare un cambio climatico nel giro di poche ore .
Il problema delle condizioni meteo può rivelarsi molto significativo, specialmente per quelle aziende dell’ecommerce e dei corrieri, come Amazon che, prima fra tutte, primeggia nella scommessa sulle innovazioni, e che sempre prima su tutte sta investendo cifre altissime per sviluppare proprio le consegne su drone in modo da sostituire progressivamente il trasporto su strada.
La soluzione più probabile è sicuramente quella di investire in speciali sensori in grado di raccogliere dati metereologici (temperatura, forza e direzione del vento, tasso di umidità e pressione atmosferica) da fornire poi in dotazione ai droni addetti alle consegne, quasi a rendere i droni stessi una sorta di stazioni meteo volanti, che condividano le informazioni con le stazioni meteo locali e decidano di conseguenza quando sia il caso di procedere con la consegna e quando no.
Nonostante tutto, questa soluzione non sarebbe affatto semplice, è da considerare infatti il peso che tali implementazioni avrebbero sul drone stesso: dal punto di vista tecnico sarebbe infatti molta l’energia prelevata da tali software di elaborazione e comunicazione, a discapito dell’energia usata dal drone in se.
Da ciò ne consegue che tutte quelle aziende che vorranno investire in tale settore, dovranno riservare anche maggiori fondi per la ricerca e vedere innalzato il costo per la produzione di ogni drone. Fattore che potrebbe ritardare ancora il giorno in cui vedremo come normalità le tanto discusse consegne su drone.
Come avere un giusto Custo ...
07/08/2017Come avere un giusto Customer Relationship Management
07/08/2017
Quando si tratta di ascoltare clienti e consumatori, per capire meglio le loro necessità e aspettative, il customer relationship management vincente sarà senza dubbio quello capace di realizzare una reale capacità di dialogo dal front end al back end, in un’unica soluzione di continuità.
Modello che per quanto efficace però, sembra non avere particolare seguito in Italia, dove le priorità del business risiedono nel vendere e ingaggiare. In Italia infatti, l’attività di front office nelle aziende è ancora considerata come la più importante, dove la maggior parte delle aziende ha come priorità il gestire al meglio le attività di vendita, o di servizio telefonico, o in loco. A questa preoccupazione seguirebbero poi le attività di relazione per ingaggiare i clienti, e l’esigenza di occuparsi delle attività di back office (nel quale risiedono anche gli aspetti tecnici e operativi associati alla gestione della produzione, distribuzione e amministrazione), il qual fine è la realizzazione dei prodotti o servizi destinati ai clienti. Mentre solo in seguito, vi è la gestione delle attività post vendita, il quale fine è quello di risolvere tutte le eventuali anomalie che potrebbe aver subito il prodotto arrivato al cliente.
È comunque solo negli ultimi 5 anni che le soluzioni del customer relationship management hanno iniziato a farsi strada in Italia, e nonostante tutto, quasi 5 aziende su 10 riscontrano ancora notevoli problemi di comunicazione con i lavoratori che operano sul campo, sia nella vendita che nell’assistenza. Una spinta viene però dal centro nord, che inizia sempre più a prendere coscienza dell’importanza degli strumenti di un buon customer relationship management.
Uno dei trend più recenti, che vale la pena di prendere in considerazione, è quello del cloud: è infatti sempre più ampio il numero delle imprese che coglie l’opportunità dei suoi vantaggi (anche se non sempre con una chiara strategia di adozione). Uno dei suoi vantaggi risiede sicuramente nei costi meno elevati, dal momento che consentono di gestire una mole maggiore di dati (e di conseguenza maggiori informazioni) a costi più bassi, ma con strumenti più potenti. Se il cloud è la strada che si sceglie di seguire però, è essenziale il presidio della sicurezza dei dati, delle connessioni e dei servizi.
Tutto ciò pone davanti ad una nuova realtà: per una nuovo ed efficace customer relationship management, non sarà più solo essenziale l’ascolto dei clienti e consumatori, per capire al meglio le loro necessità e aspettative; ma per impostare l’operatività aziendale sarà altrettanto prioritario investire nel digitale, e fornire alla forza lavoro operante sul territorio nuovi servizi di comunicazione che siano più veloci, più efficienti e più precisi, in grado di supportare al meglio le attività di pre e post vendita.
NUOVO CARBURANTE A BASE DI ...
07/08/2017NUOVO CARBURANTE A BASE DI FONTI RINNOVABILI HVO
07/08/2017
Circle K, azienda di stazioni di servizio, assieme a Scania e a Volkswagen Group Sverige, ha dato l’avvio ad un progetto che prevede la costruzione di una stazione di servizio che eroghi carburante ecologico, ottenuto da olio vegetale idrotrattato, con sede a Södertälje.
Il progetto riguarda oltre 2.000 vetture aziendali, e si inserisce nel programma aziendale che implementerà i trasporti sostenibili. Il carburante in questione è ricavato da 100% fonti rinnovabili, si può ottenere anche da olio esausto, olio di colza, olio di palma o grasso animale e ha caratteristiche simili a quelle del diesel fossile. Di sicuro ivantaggi per l’ambiente sono numerosi dal momento che impiegando gli scarti alimentari si arriva ad abbattere le emissioni di CO2 fino al 90%.
Secondo Kent Conradson, Executive Vice President e Head of Human Resources di Scania “dal 2015, l’HVO è entrato a far parte dei carburanti alternativi idonei ad alimentare i nostri veicoli industriali. È estremamente positivo che ora, grazie al suo utilizzo per le nostre autovetture aziendali, possiamo contribuire a incrementare l’adozione di questo carburante da fonti rinnovabili”.
L’Italia dell’Internet of ...
01/08/2017L’Italia dell’Internet of Things
01/08/2017
La crescita dell’Internet of Things è un dato di fatto che ormai raggiunge il 40% in più rispetto al 2015, una crescita che è ben superiore, o in linea, a quella degli altri paesi occidentali.
Da dove arriva questa spinta? Molti di questi numeri arrivano sicuramente dalla legge che impone alle utility di mettere in servizio almeno 11 milioni di contatori intelligenti entro il 2018, che ha fatto ovviamente aumentare lo Smart Meteringgas e lo Smart Asset Management nelle utility; ma parte di questi numeri sono da ritrovarsi anche e soprattutto tra la diffusione sempre più crescente delle Smart Car. A ciò va inoltre aggiunto il numero sempre più in aumento degli oggetti connessi tramite rete cellulare.
Anche il campo della sicurezza negli edifici non è da trascurare: lo Smart Building ha infatti subito una crescita del 45% rispetto al 2015, grazie a soluzioni per la sicurezza negli edifici, e al graduale coinvolgimento dei piccoli uffici e negozi dopo le grandi strutture industriali.
Ruolo nell’aumento della percentuale italiana hanno avuto anche le soluzioni nella Smart Logistics, dove, per la gestione delle flotte aziendali e antifurti satellitari, oltre 800.000 mezzi per il trasporto sono stati connessi tramite SIM.
In ultimo è da considerare il settore della Smart Home, che con il 7% del mercato segue nelle applicazioni nella sicurezza.
«Nel 2016 abbiamo osservato importanti segni di maturità dell’Internet of Things in Italia: nuove reti di comunicazione 'Low Power Wide Area', maggiore offerta di soluzioni, crescita significativa del mercato. È il momento di andare oltre la connessione degli oggetti, spostando l’attenzione verso i servizi. L’auto connessa abiliterà nuovi servizi per sicurezza, manutenzione, navigazione, risparmio energetico, mobilità condivisa. I dispositivi Smart Home controlleranno i consumi energetici e segnaleranno tentativi di effrazione. In fabbrica con l’IoT si potrà fare manutenzione predittiva e pagare i macchinari in base all’effettivo utilizzo. Nella Smart City i dati raccolti possono alimentare 'sistemi operativi' per governare meglio il territorio e offrire servizi di valore per la comunità».
Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things
Tutti questi settori, non potranno che trovare un’evoluzione nel futuro, mentre invece ancora in stato embrionale sono le applicazioni intelligenti in ambiti come la Smart City, con un potenziale ancora quasi del tutto inesplorato in maniera efficiente, con sperimentazioni in atto solo in alcune città come Milano; e la Smart Agricolture, dove da sfruttare è ancora la tracciabilità dei prodotti e la gestione delle attività agricole soprattutto per le colture ad alto valore.
FABLAB: ALL'INAUGURAZIONE ...
28/07/2017FABLAB: ALL'INAUGURAZIONE NICOLA ZINGARETTI INCONTRA BBS
28/07/2017
Finalmente il territorio ciociaro ha uno spazio condiviso dove far nascere idee, si tratta del FabLab, un laboratorio dotato di attrezzature e tecnologie innovative a disposizione di tutti e inserito all’interno della sede ferentinese di BIC Lazio. A presenziare l’inaugurazione il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti accompagnato da Antonio Pompeo sindaco di Ferentino e Emilia Zarrilli prefetto di Frosinone.
Potranno usufruire del nuovo spazio studenti, imprenditori, creatori e startupper, desiderosi di realizzare i propri progetti; BBS, impresa incubata nel medesimo hub, potrà quindi d’ora in poi utilizzare gli strumenti sofisticati e le attrezzature di qualità messe a disposizione, nel frattempo ha aperto le porte al Presidente della regione che ha definito il Fab Lab di Ferentino il luogo centrale da cui combattere la crisi industriale che da anni colpisce la provincia.
“Apriamo una stagione nella quale si riprende una ridistribuzione della ricchezza sulla base dell’equità, ciò vuol dire dare opportunità a chi ne ha diritto perché cittadini. I Fab Lab nascono da questo, perché aiutano a distribuire sapere e forniscono possibilità.”
Sono già 18mila le persone coinvolte già nei Fab Lab della Regione che hanno generato con 2.800 idee di impresa e 387 prototipi creati.
La difficile integrazione ...
21/07/2017La difficile integrazione dei mezzi elettrici nelle flotte aziendali
21/07/2017
Per quanto riguarda la mobilità elettrica sul suolo italiano è innegabile che essa sia quasi inesistente, tanto più se si parla per il campo delle flotte aziendali. Ciò nasce generalmente dalla concezione per il quale, i mezzi elettrici, vengono ritenuti meno flessibili ed efficaci rispetto alle loro tradizionali concorrenti, da più tempo sul mercato.
Nonostante ciò è comunque presente nei gestori delle flotte la consapevolezza che i veicoli elettrici, se non ibridi, avranno un ruolo centrale nel panorama futuro. Ma ciò solo a patto che vengano fatti rilevanti investimenti economici e strutturali, attraverso incentivi e la costruzione di una adeguata rete di ricarica, ad oggi mancante.
Un fattore a discapito dell’elettrica è, inoltre, la sua attuale confinazione alla mobilità urbana; soprattutto quando l’attenzione all’ambiente produce normative per la limitazione della circolazione di determinati veicoli nei centri cittadini, supportando i veicoli a zero emissioni.
Quando ci si trova a dover affrontare grandi tratte invece, gli attuali mezzi elettrici non sono ritenuti sufficientemente efficienti, vista la carente diffusione della rete di ricarica e la loro limitata autonomia.
Inoltre in molti giudicano come un’alternativa non economica l’ipotesi di assegnare veicoli elettrici ai driver, ma ciò non corrisponderebbe esattamente alla realtà, poiché sarebbe più opportuno tener conto del ritorno nel risparmio a lungo termine.
In ogni caso, la crescente fiducia nel progresso sta mano a mano spingendo verso tale direzione, ma, secondo alcuni, non prima di un lasso di almeno 10 anni: attraverso una graduale e lenta sostituzione, e solo se alla base ci sarà una costanza negli investimenti da parte delle case automobilistiche, la volontà stessa dei governi nello spianare la strada, ed i necessari avanzamenti tecnologici.
Semplicità dovrà essere la nuova parola chiave: solo attraverso una semplificazione che significhi standardizzazione, facilità d’uso, e soluzione accessibile, allora e solo allora, l’elettrico sarà considerato un vantaggio da tutti univocamente.
BBS e BIC insieme per acco ...
13/07/2017BBS e BIC insieme per accogliere la delegazione Sud Americana
13/07/2017
BBS in qualità di impresa incubata presso la BIC Lazio ha preso parte all’evento tenutosi il 10 Luglio presso lo Spazio Attivo di Ferentino, dove si è tenuta la visita di una delegazione di imprese sud americane nell’ambito della Company Mission EEN.
“BIC Lazio sostiene lo sviluppo del territorio attraverso la nascita di nuove imprese e il potenziamento di quelle esistenti.L'obiettivo è garantire agli aspiranti operatori concrete possibilità di successo ed arricchire le diverse aree di risorse funzionali alle necessità produttive. BIC Lazio lavora in stretta collaborazione con le Istituzioni e con la comunità economica e finanziaria regionale.”
Il programma ha previsto una presentazione dello Spazio Attivo Ferentino seguito dall’Incontro con le 3 imprese incubate: BBS, BIOS e DENSOLAR. Per finire con la visita al nuovo Fab Lab: uno ‘spazio condiviso dotato di attrezzature e tecnologie innovative nel quale sarà possibile trasformare una idea in un oggetto vero e proprio’.
La delegazione, composta da 10 persone, è arrivata in rappresentanza delle 3 organizzazioni sud americane EUROCHILE, EUROCAMARA e PROCORDOBA, e la visita è stata motivo di scambio del sistema camerale bilaterale e multilaterale tra Cile, Argentina, Italia e UE.
Per uno sguardo più completo alle organizzazioni:
EUROCHILE nasce nel 1993 in Cile, con il sostegno del Governo Cileno e dell’Unione Europea con obiettivi come la promozione delle relazioni economico -imprenditoriali tra il Cile e l’Unione Europea; sostenere l’innovazione tra Cile e Europa favorendo il trasferimento tecnologico e lo scambio di esperti, la nascita di poli di sviluppo territoriali e le relazioni istituzionali Cile-Latino America e Europa.
EUROCAMARA ha come obiettivo la promozione delle relazioni socio-economico tra l’Argentina, il Mercosur e l’Unione Europea. Sono soci fondatori le Camere bilaterali in Argentina di Italia, Francia, Germania, Spagna, Danimarca, Svezia, Regno Unito, Olanda, Austria, Polonia, Belgio, Lussemburgo.
PROCORDOBA è un’organizzazione cheviene creata nel 2001 dal Governo della Provincia di Cordoba, in Argentina, per sostenere l’internazionalizzazione delle imprese locali.
LO SPRINTER ELETTRICO MERC ...
11/07/2017LO SPRINTER ELETTRICO MERCEDES SI FARÀ A DÜSSELDORF
11/07/2017
La Stella ha confermato il primato dell'impianto tedesco che assemblerà le nuove generazioni del Large Van.
E’ stata resa nota la sede presso cui Mercedes farà assemblare il nuovo Sprinter elettrico, si tratta dello stabilimento tedesco di Düsseldorf, il più importante dei sei esistenti adibiti alla produzione dello Sprinter, e artefice di più di 4 milioni di veicoli prodotti in 55 anni.
Il responsabile delle operazioni di Mercedes-Benz Vans, Frank Klein ha commentato: "Stiamo iniziando un nuovo capitolo della storia di Sprinter a Düsseldorf: i sistemi di trazione elettrici sono una tecnologia fondamentale per quanto riguarda i trasporti urbani, soprattutto nel segmento dei commerciali, fabbricare qui lo Sprinter elettrico è un decisione importante che aumenterà significamente l’importanza di questa linea di produzione".Mercedes-Benz Vans si è dichiarato disponibile, nel corso dei prossimi anni ad investire circa 150 milioni di euro per elettrificare la sua gamma commerciale, basata su Vito e su Sprinter. La Business Unit verosimilmente può utilizzare le tecnologie modulari già esistenti e impiegate sulle auto per beneficiare così delle economie di scala.
Nella stessa sede Düsseldorf sono stati investiti circa 300 milioni di euro per la produzione della nuova generazione del modello.
Il primo grande cliente commerciale per i furgoni elettrici di Mercedes-Benz è stato individuato in Hermes Germania, nell'ambito di una partnership strategica, sta, infatti, inserendo in flotta circa 1.500 Van Mercedes-Benz elettrici Sprinter compresi.